Società partecipate e Governance
Negli anni ’90 sono state emanate le leggi di riforma della Pubblica Amministrazione che prevedevano che i servizi “di rilevanza economica e imprenditoriale” fossero gestiti in modo autonomo e secondo logiche imprenditoriali. La normativa facilitava e stimolava la conversione delle aziende speciali in S.p.A., che diventava quindi la forma preferenziale di gestione dei servizi pubblici locali. Il Comune abbandona il ruolo di gestore diretto dei servizi per assumere la funzione di regolatore dei servizi gestiti tramite le S.p.A.
Obiettivo dell’Amministrazione locale rimane infatti quello della soddisfazione della domanda di pubblici servizi, quantitativamente crescente, ma soprattutto più complessa e sofisticata sotto il profilo qualitativo. Infatti, la forte spinta liberalizzatrice che ha investito la pubblica amministrazione non ha fatto venir meno la domanda di welfare state locale, ma piuttosto ne ha mutato la natura e le politiche per la sua realizzazione. In questi anni non si è ridotta la domanda di pubblici servizi, ma sono cambiate le tipologie e le forme di gestione dei servizi. Al termine del processo si avranno pertanto Enti locali che governeranno di più ma gestiranno di meno. (... OMISSIS)
L'articolo 23 bis della legge 133 approvata nel mese di agosto 2008, rischia di innescare
un processo di privatizzazione delle società partecipate con gravi danni per gli enti locali
che si vedrebbero sottratte risorse a favore dei privati. Si rende necessario pertanto un
serio processo di governance delle stesse al fine di scongiurare questo rischio, ma nello stesso tempo rispettare le norme sulla concorrenza di emanazione europea.
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Acqua: scongiurata la privatizzazione in tutta la Lombardia
Modificata la legge regionale che obbligava a privatizzare i servizi idrici
“Ora gli ATO devono applicare la nuova legge"
Milano, 27 gennaio 2009 - Con le modifiche alla legge regionale sui servizi idrici, votate oggi dal Consiglio Regionale, in Lombardia l’acqua potrà continuare ad essere gestita da mani totalmente pubbliche!
La modifica della legge del 2006 rappresenta una vittoria dei sindaci e della società civile che hanno lottato, uniti, per la partecipazione dal basso e per la difesa dei beni comuni.
La vertenza ha visto contrapposti, per circa 2 anni, da una parte la Regione Lombardia e dall’altra i 144 comuni (compreso il Comune di Pioltello) che hanno proposto il Referendum per modificare la legge regionale n. 18 del 2006 (che a sua volta modificava una precedente legge del 2003), sui servizi idrici.
Il Consiglio Regionale oggi ha definitivamente cancellato le parti della legge che obbligavano i comuni a privatizzare l’acqua. Con le modifiche introdotte, ai comuni lombardi (riuniti nei 12 ATO) viene ora consentita la possibilità di gestire il servizio idrico tramite società totalmente pubbliche, senza ricorrere ad alcuna gara, passaggio, quest’ultimo, che avrebbe aperto ai privati.
Si tratta ora, a livello di singoli ATO, di rivedere gli scenari aperti delle modifiche di legge.
In tutta la Lombardia si potrà pertanto mantenere la gestione dell’acqua tramite le aziende pubbliche locali, senza cadere nelle logiche della finanziarizzazione e degli intrecci societari che, nel disegno di Formigoni, avrebbero avuto in A2A il soggetto lanciato alla conquista della gestione dell’acqua di tutta la Regione, unitamente ad energia, gas e rifiuti.
Ora la partita si sposta sul piano nazionale: occorre battersi per pretendere una modifica della norma nazionale (l’art. 23 bis della legge n. 133, votata lo sorso agosto), che a sua volta “obbliga” a ricorrere alla gara per l’affidamento dei servizi pubblici, definiti di rilevanza economica.
L’acqua deve essere dichiarata un diritto umano, privo di interesse economico. Solo in questo modo potremo salvaguardare l’acqua come bene comune in tutta Italia, come è ora possibile in Lombardia.
Acqua: scongiurare la privatizzazione
Sono apparsi recentemente, su diversi organi di stampa, notizie circa l'avvio del processo di privatizzazione della distribuzione dell'acqua potabile. Le notizie fanno seguito all'approvazione della legge 133 - art. 23 bis, approvato nel corso dell'estate 2008.
In effetti il comma otto di tale articolo prevede testualmente " 8. Salvo quanto previsto dal comma 10, lettera e) le concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure diverse dall'evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante. Sono escluse dalla cessazione le concessioni affidate ai sensi del comma 3."
Qual'é allora la sorte del nostro servizio di distribuzione acqua sino ad oggi garantito dal CAP Milano, società degli Enti Locali, e dal primo gennaio 2009 da AMIACQUE, società unica di distribuzione per la Provincia di Milano?
Importanti decisioni nel merito sono in questi giorni in via di assunzione in seno all'ATO, Autorità d'Ambito Territoriale, destinato a giorni a diventare Consorzio degli Enti Locali.
La complessa normativa nazionale, che si interseca con quella regionale, rende la materia di difficile trattazione e obbliga chi, contrario alla privatizzazione dell'acqua, ad adoperarsi mettendo in campo contromisure tese ad allontanare nel tempo l'evento, in attesa di orientamenti diversi dagli attuali. E' quanto si sta verificando in provincia di Milano, sia attraverso azioni deliberative da parte dell'ATO, che attraverso azioni di contrasto all'attuale normativa ed in modo particolare alla normativa regionale, sotto alcuni aspetti più penalizzante di quella nazionale e anticipatrice della stessa.
L'unica cosa comunque certa é l'aumento delle tariffe a decorrere dal 1 gennaio 2009. Ma questo é certamente il minore dei mali in quanto, se la cosa ci può consolare, attualmenete in provincia di Milano abbiamo le tariffe più basse d'europa.